L’archeologia ci porta alle origini del conflitto tra Israele e Palestina. Di Daniela Guaiti. (*)

Muoia Sansone e tutti i Filistei.

Palestina, la terra dei Filistei. L’etimologia racconta l’origine comune di due nomi che non siamo abituati a pensare come affini. Quel territorio che da decenni è teatro di atroci conflitti era già diviso e conteso migliaia di anni fa, come dimostrano gli scavi archeologici e come è raccontato dagli storici e dalle cronache bibliche. Le iscrizioni egizie datate alla fine del secondo millennio avanti Cristo riportano nei geroglifici il nome plstin cui si identifica la radice del nome dei Filistei, quelli che in ebraico venivano chiamati pelištīm: la narrazione biblica del conflitto tra questi e Israele è noto, e passa attraverso storie note come quelle di Sansone e Dalila, di Davide e Golia. Ma chi sono i Filistei?

Dove nasce il conflitto tra Israele e Palestina

Gli eventi spaventosi dell’ultima settimana in Medio Oriente sono il culmine di scontri vecchi da decenni. E che affondano le radici nella storia del paese

I popoli del mare: tra la Grecia e l’Egitto

Gli scavi condotti a Micene provano che i Filistei erano originari della Grecia e che erano giunti in Medio Oriente sul finire dell’età del Bronzo, circa nel 1200 a.C., nello stesso periodo in cui vi erano arrivati gli Ebrei. L’arrivo dei Filistei in Egitto è descritto in toni drammatici dai frammenti di ceramiche e dalle iscrizioni dei templi: arrivavano lungo le coste del Mediterraneo su carri trainati da buoi insieme alle donne e ai bambini, preceduti dai soldati in armi. Parallelamente ai carri viaggiava una flotta di navi dalle alte fiancate, che portavano altri guerrieri.

Le città dell’Asia Minore cadono una a una al loro passaggio e sotto la loro forza militare crolla il grande regno degli Ittiti, a cui gli invasori sottraggono il segreto del ferro. Anche le città marinare fenice vengono conquistate. Ma l’Egitto dei Faraoni reagisce con decisione: Ramsete III, apprestando difese sul Nilo e sul mare, respinge l’invasione. Una grande battaglia navale è raffigurata nel tempio di Medinet Habu in una scultura a rilievo a raccontare l’evento del 1180. In seguito alla sconfitta i Filistei si stabilirono sulla costa mediterranea della Palestina. La loro identificazione con uno dei cosiddetti “Popoli del Mare”, in gran parte indoeuropei, è ormai certa: genti dalle origini misteriose, di volta in volta collegate con i Siculi, con i Tirreni, con i Sardi, con i Dori e i Cretesi, che solcavano tra il XIII e il XII secolo il Mediterraneo in azioni di pirateria e di conquista.

Una volta stabilitisi in Palestina, i Filistei si organizzarono in una federazione di cinque città: Gaza, Ascalon, Asdod, Ekron e Gat sono nominate nella Bibbia (1 Re, 6, 17) con descrizioni che trovano in buona parte conferma nelle evidenze archeologiche. La presenza dei Filistei in queste terre è marcata dal ritrovamento di ceramiche caratteristiche, in tutto simili a quelle tipiche della civiltà micenea, riconoscibili per la colorazione gialla e i motivi ornamentali in rosso e in nero raffiguranti forme geometriche e figure di cigni. Le città di Gaza, Ascalon e Asdod hanno conservato tracce di continuità nei secoli, mentre le altre due non sono identificabili con sicurezza, ma gli studiosi ritengono che Ekron possa insistere sul sito di Tel Mikneh, nel Kibbuz Revadim, in Israele.  Questa pentapoli andò presto a confliggere con la nascente nazione di Israele.

La terra dove scorre latte e miele

Un’organizzazione politica perfettamente strutturata e una grande forza militare erano tratti distintivi del popolo filisteo, che aveva come obiettivo le stesse terre che Israele desiderava: quelle di Canaan. La Pentapoli sorgeva nella parte meridionale di questa fertile pianura, estesa tra i monti di Giuda e il mare. Gli Ebrei la ritenevano loro proprietà per volere divino. “Questa sarà la terra che vi toccherà in eredità, il paese di Canaan”, dice Dio a Mosè nel libro dei Numeri. Tuttavia la superiorità bellica e tecnologica dei Filistei era tale da costituire un serio ostacolo a questa volontà. La padronanza della lavorazione del ferro consentiva ai nemici di Israele di disporre di armamenti per l’epoca micidiali e di trarre profitti dalla vendita di utensili e manufatti alle popolazioni limitrofe. Nemmeno i Moabiti o i Cananei conoscevano il ferro, e Israele dipendeva dagli stessi Filistei: “ora in tutto il Paese di Israele non eravi fabbro ferraio (…) e tutto Israele scendeva dai Filistei per farsi affilare il vomere, la zappa, la scure e il sarchiello” (1 Re, 13 sgg.).

Ai piedi di David la testa di Golia.

Già all’inizio dell’epoca dei Giudici, intorno al 1190 a.C. gli Israeliti cominciarono a occupare le terre di Canaan. Il cronista biblico nei capitoli iniziali di 1 Samuele narra di un periodo di scontri sanguinosi, di cruenti omicidi e di orribili violenze: la lotta era determinata dalla necessità di controllare risorse limitate, ma anche da ragioni religiose e ideologiche. La religione monoteista si contrappone nettamente al politeismo delle civiltà confinanti, dall’Egitto all’Assiria, e ovviamente ai “falsi dei” adorati dai Filistei. D’altra parte questi cercavano di penetrare nell’interno del territorio, verso le colline e le montagne di Giuda. Si disegna un quadro di continue lotte, con alterne vicende, all’inizio dell’XI secolo i Filistei sembravano prevalere, tanto che catturarono l’Arca dell’Alleanza, l’oggetto più sacro agli Israeliti. La Bibbia racconta della restituzione dell’Arca in cambio di un consistente riscatto in oro. E racconta molti altri episodi legati al conflitto: il leggendario giudice Sansone che fa crollare con la sua sola forza il tempio del dio Dagon a Gaza è parte della storia di due popoli che si contendono il medesimo territorio e le medesime risorse, così come lo è il mitico scontro tra Golia, il gigante filisteo, e il pastorello Davide, destinato a succedere a Saul nel regno.

Gerusalemme capitale di Israele

Verso il 1050 Israele rischia di cadere sotto il giogo dei Filistei. La minaccia in corso costituisce una spinta all’unità delle diverse tribù e alla costituzione di uno stato. Con la scelta di Saul a guida della nazione inizia l’epoca dei Re: la guerra continua sotto il comando di questo ottimo stratega, tanto valido che millenni dopo il generale Allenby in Palestina, durante la Prima Guerra Mondiale, si ispirò alla tattica del re d’Israele e seguì i suoi movimenti leggendo il testo biblico in una delle tante azioni di attacco contro i Turchi. Saul fu un comandante vittorioso, ma il contrattacco dei Filistei non tardò ad arrivare e lo stesso Saul si uccise in seguito a una battaglia disastrosa in cui avevano trovato la morte i suoi figli. La sconfitta di Israele raccontata dalla Bibbia è visibile nei resti della città di Silo riportati alla luce dagli scavi archeologici. Il Primo Regno di Israele finisce nell’orrore e nel sangue. Sarà Re Davide a iniziare un processo di rivalsa: porta la capitale di Israele a Gerusalemme, città già allora contesa, e qui colloca l’Arca che prima era a Silo. Davide riunisce le rissose tribù di Israele e si dedica alla fortificazione del Paese: si conservano resti di costruzioni erette per difendere il territorio contro i Filistei, e a Gerusalemme le fondamenta di una torre e parti di cinta muraria indicano il costruttore Davide. Le vittorie di Davide contro i Filistei portarono al consolidamento e all’espansione del regno di Israele, e alla sottomissione della Pentapoli. E mentre Israele raggiungeva il suo massimo splendore sotto il regno di Salomone, i Filistei non riuscirono più a formare uno stato unitario. Filistei ed Ebrei vennero poi sottomessi via via dai Babilonesi, dai Persiani, da Alessandro Magno, dai Tolomei, e per finire dalla potenza di Roma.

(*) Fonte: https://www.wired.it (12.11. 2023).

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