Scuola in rosso. La Sinistra sceglie i libri di testo e trasforma la Storia in liturgia propagandistica. Di Domenico Bonvegna (*).

Gramsci. I danni da lui arrecati alla conoscenza sono incalcolabili.

Il Partito comunista italiano una volta sconfitto alle elezioni del 18 aprile 1948 ha puntato tutto sulla conquista del Paese attraverso l’egemonizzazione della cultura a partire dalla scuola materna fino all’università. Conquistando tutta l’editoria italiana, demonizzando chi non si piegava al suo potere gramsciano. La Democrazia cristiana intanto lasciava fare.

Affrontare il tema dei “libri di Storia” adottati nelle nostre scuole è stato un argomento che mi ha da sempre interessato. Ma può avere senso occuparsi dei libri che dovrebbero leggere e studiare i nostri studenti quando da tempo sono stati abituati dagli stessi professori a non studiare, a non leggere.? E per certi versi forse è meglio così, se i libri adottati specialmente delle materie umanistiche sono faziosi e schierati politicamente. Del resto la stessa scuola è diventata un carrozzone fallimentare? Sul fallimento della scuola italiana lo scrivono da molto tempo Paola Mastrocola e Luca Ricolfi, autori di diversi studi ed esperti di cose scolastiche. Per la verità non solo loro, anche altri studiosi sostengono che la nostra scuola ha fallito nel suo compito. I due studiosi torinesi lo scrivono nel libro “Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza” (La Nave di Teseo, 2021). Riferendosi  alla scuola, democratica, progressista, inclusiva. La nostra scuola per Ricolfi e Mastrocola “si è scostata dalla sua sostanza culturale per diventare altro: centro di socializzazione, di aiuto psicologico, di formazione alla cittadinanza”. E per fare questo, ha abbassato pesantemente la qualità dell’istruzione. Così, il figlio dell’idraulico non ce la fa non perché è nato nel ceto sbagliato. Ma perché la scuola non lo ha adeguatamente preparato. È la scuola che ne ha fatto uno svantaggiato. Una buona preparazione avrebbe potuto elevarlo e invece è stato condannato a rimanere in basso. Ecco il danno, enorme”. Per dimostrare che la scuola italiana è fallita basterebbe un solo dato: l’alta percentuale di promossi agli esami di Maturità, o di Stato dei vari istituti scolastici.

Eppure la funzione della scuola è fondamentale per lo sviluppo di un Paese. Avere una buona scuola che insegni ed educhi in un Paese dove l’emergenza educativa è sotto gli occhi di tutti, è indispensabile. Ma andiamo alla questione dei libri di Testo imposti o che circolano nelle nostre scuole. Senza giri di parole esiste da tempo nelle nostre scuole una egemonia culturale che fa riferimento alla politica delle sinistre. Anche se oggi queste forze politiche sono in crisi, ma l’egemonia resta. Certo non tutti gli insegnanti sono militanti politici che fanno riferimento al Pd o ad altre forze sinistre, sono una minoranza attiva che fanno sentire il loro peso su una maggioranza che più o meno per quieto vivere si muove senza ostacolare più di tanto i prof ideologizzati. Il problema della faziosità dei libri di testo nelle scuole è presente da decenni. A suo tempo, venti anni fa, a Milano alcuni professori cattolici avevano organizzato una specie di Osservatorio Permanente sui libri di testo, forse è stato il primo tentativo di squarciare il velo sui libri di testo scritti sempre ed esclusivamente con la “penna rossa”, o meglio con gli “occhiali rossi”. “Il libro è come un’arma”, diceva Bertolt Brecht, e nelle nostre scuole può diventare un bazooka che riduce in briciole la Verità storica. Del resto la Storia senza verità è soltanto propaganda politica. Lo vediamo come viene raccontata la storia del Novecento.

I veri asini non sono gli studenti, ma i professori.

Non è facile difendersi dalle raffiche di bugie, di falsificazioni, di omissioni che troviamo in quasi tutti i libri di testo adottati nelle scuole, negli Istituti Superiori. Ma anche nei sussidiari delle scuole Primarie. Peraltro è da qui che inizia l’indottrinamento. Sulla scelta dei libri c’è tutta una “liturgia” particolare da parte dei docenti, che spesso si adattano alle scelte degli “esperti”. Tuttavia anche quando si vuole fare una scelta diversa dall’ideologia dominante, non trovi testi adeguati che rispettano la Verità storica, quasi sempre ripetono le solite “leggende nere” sul Medioevo, sulla Chiesa, su chi si è opposto alle varie rivoluzioni degli ultimi due secoli. Per la verità sono sparuti i testi scolastici “coraggiosi” che raccontano la Storia senza le lenti ideologiche. Sostanzialmente ci troviamo di fronte ad una Storia di Stato come nei regimi totalitari.

Il Partito comunista italiano una volta sconfitto alle elezioni del 18 aprile 1948 ha puntato tutto sulla conquista del Paese attraverso l’egemonizzazione della cultura a partire dalla scuola materna fino all’università. Conquistando tutta l’editoria italiana, demonizzando chi non si piegava al suo potere gramsciano. La Democrazia cristiana intanto lasciava fare. C’è un aneddoto a questo proposito, ai Dc interessavano 100 posti di bidello, mentre ai comunisti gli bastava un solo posto di preside all’università. Questo potere egemonico perdura ancora oggi, nonostante la caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre del 1989. Per certi versi per alcuni docenti e dirigenti della scuola italiana che il comunismo si sia dimostrato la peggiore malattia intellettuale che la Storia abbia conosciuto, la peggiore ideologia, che ha provocato quasi 200 milioni di morti, tutto questo non conta nulla. Certo oggi sempre gli stessi prof , orfani del comunismo sovietico si battono per i “nuovi diritti”, l’ideologia del Gender, il transgenderismo, l’aborto, l’utero in affitto. E poi c’è tutto il mondo dell’ambientalismo, con le follie ecocatastrofiste. Chi si oppone a tutto questo definito anche “politicamente corretto”, viene etichettato come un bigotto, un reazionario, un “fascista”, che deve essere messo a tacere, espulso dalle scuole e dal mondo civile.

Il trionfo assordante della stupidità.

Ritornando ai testi scolastici, vediamo come viene raccontata la Storia. Partendo dall’uomo primitivo, viene vista come processo continuo verso un eterno Progresso. Tutti i periodi storici sono visti con la lente ideologica. Questo processo verso la perfezione, si evidenzia soprattutto nei secoli che hanno caratterizzato la civiltà occidentale. Si parte dai cosiddetti “secoli bui”, il bieco Medioevo (durato dieci secoli) si passa al Rinascimento, la Riforma Luterana, l’Illuminismo, la Rivoluzione Francese, il Risorgimento, fino al Novecento, al secolo del Progresso. Un percorso condizionato dal Bene e dal Male: è bene ciò che fa la Rivoluzione, male ciò che fa la Chiesa, le forze cosiddette reazionarie, in buona sostanza quelle che appartengono alle destre. Impostata così la storia diventa una esposizione manichea, ideologica.

A questo proposito scrive Vittorio Messori (il più grande scrittore cattolico vivente): “bisogna che ci decidiamo a renderci conto del cumulo di giudizi arbitrari, di deformazioni, di vere e proprie bugie che incombe su tutto ciò che è storicamente attinente alla Chiesa. Siamo letteralmente assediati dai travisamenti e dalle menzogne. I cattolici, spesso – scrive Messori – in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersi”.

Del resto non è una novità un certo mondo cattolico subisce una evidente inferiorità psicologica rispetto alla cultura cosiddetta progressista, anzi molti di loro sono conquistati da questa cultura. Da tempo quello che manca ai cattolici è un criterio di giudizio sugli avvenimenti, sul mondo, sulla Storia. Negli ultimi anni è nato qualche giornale, per dare ragione del Cattolicesimo, come Il mensile, Il Timone, qualche giornale online,  La Nuovabussolaquotidiana.it, Il Sussidiario.net, il blog di alleanzacattolica.org, culturelite.it della Fondazione Thule e poi lo straordinario apostolato di Radio Maria. Certo tutte belle iniziative ma che non riescono a contrastare il grande potere mediatico del partito del “Politicamente corretto”. Anzi molti cattolici, ma anche religiosi sono conquistati dalle informazioni che provengono dai vari giornaloni come Il Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa. Per non parlare di quel mondo culturale e politico della cosiddetta Destra, dove quasi sempre le iniziative culturali (giornali, radio) durano lo spazio di un mattino.

Ma ritorniamo a come viene letta la Storia nelle nostre scuole. Prendiamo il caso del Medioevo (10 secoli, definiti “secoli bui”). Come si fa a sbarazzarsi di mille anni di Storia, catalogati come “Età di Mezzo”? In mezzo a che cosa? All’età Classica dei Greci e dei Romani e l’Età del Rinascimento? Dunque secondo i manuali scolastici significa che ai tempi di Atene e Roma si era vivi, poi si muore per ben mille anni e si

rinasce infine nel 1400 col Rinascimento, quando riappare l’Arte Classica, col ritorno del paganesimo antico. Non sarà forse che i dieci secoli, definiti Medioevo, sono secoli dove il Cristianesimo si è sviluppato maggiormente rispetto ad altre epoche e per questo furono definiti secoli della Cristianità. E’ forse questo il motivo per cui vengono sbrigativamente classificati come bui? Peraltro alcuni docenti non li prendono neanche in considerazione. Eppure il Medioevo meriterebbe tanto studio, approfondimento, come ha fatto per esempio la grande storica francese, Regine Pernoud, che ci dice descrive un Medioevo di Luce, come lo ha definito in un suo sublime studio: “Luce del medioevo”. Nella Cristianità medievale non si conosce discriminazione tra uomo e donna come nel passato, tra bambini e adulti, tra maschio e femmina, vecchio e giovane. Tutto falso quello che hanno raccontato sulle donne del Medioevo. Quante regine, quante abadesse. Quanti re e regine ancora adolescenti. Per arrivare alla massima autorità non bisogna aspettare sessanta o settanta anni. Il “buio” Medioevo ci ha lasciato le bellissime cattedrali gotiche, la Summa Teologica di S. Tommaso, Il Medioevo è popolato di innumerevoli santi e sante ( Francesco, Domenico, Caterina, Brigida, tanto per fare qualche nome) tra questi santi, tanti sono re e regine. Si può dire lo stesso del nostro tempo, della nostra epoca?

Quanto fango è stato buttato sulle Crociate, veri pellegrinaggi armati, che secondo i detrattori, furono fatte per arricchirsi, per motivi economici. Certamente fra i crociati c’erano gli avventurieri, ma se i crociati andarono in Palestina per motivi economici, allora conveniva stare a casa, invece di andare a combattere vestiti di ferro nel deserto a 50 gradi all’ombra, come ha scritto Rino Cammilleri nel suo libretto “Fregati dalla Scuola”. La verità è che la stragrande maggioranza di loro è andata a Gerusalemme per fede. Da sottolineare che in queste imprese perdettero la vita imperatori e re come Federico Barbarossa o Luigi IX, i potenti di allora che non sono rimasti a casa a guardare. Un’altra leggenda o bufala è quella che nel Medioevo si combatteva sempre, c’erano guerre in continuazione. A ben vedere, si poteva combattere in certi periodi dell’anno, per esempio per tutto il tempo della Quaresima era estremamente proibito; mentre durante la settimana, i giorni utili per combattere, erano soltanto due o tre giorni, poi c’erano le “tregue di Dio”. Attenzione, la Chiesa non potendo abolire le guerre, i conflitti, cercava in tutti i modi di mitigarle. Altro particolare importante: il popolo quasi sempre era tenuto fuori dai combattimenti, non come le guerre moderne, le cosiddette guerre rivoluzionarie, dopo la Rivoluzione Francese. O le guerre del nostro secolo con i più efferati genocidi.

Comunque quando si studia il passato occorre precisare, e questo vale per ogni epoca, non solo per il Medioevo, per capire quello che è successo in una data epoca, bisogna calarsi in quel tempo, guardare il comportamento degli uomini con gli “occhi” di quel tempo. Altro tema “caldo” che passa come “leggenda nera” su tutti i manuali di Storia, è quello della Conquista dell’America, da parte dei conquistadores spagnoli, dopo la scoperta di Cristoforo Colombo nel 1492. Recentemente il genovese è diventato oggetto di cronaca, le sue numerose statue abbattute dai fautori della Cancel culture. Per questi novelli iconoclasti, gli indios hanno subito una vera e propria aggressione, un vero sterminio, dunque oggi bisogna vendicarsi contro tutto ciò che rappresenta l’Occidente. A questo proposito segnalo il bellissimo studio del professore argentino Alberto Caturelli, “Il Nuovo mondo riscoperto”, col sottotitolo significativo,“La scoperta, la conquista, l’evangelizzazione dell’America e la cultura occidentale”.

Certamente anche qui ci sono stati gli avventurieri, degli uomini senza scrupoli, ma la maggior parte di loro sono andati per evangelizzare queste nuove terre. Del resto basta rileggere le parole di san Giovanni Paolo II nel 1992 a Santo Domingo, affrontando il tema della conquista dell’America, ha parlato di luci ed ombre. Ma se vogliamo entrare nella storia, negli avvenimenti di quegli anni, chiediamoci come poteva Hernan Cortes con soli 70 uomini conquistare un grande impero come quello degli Aztechi, costituito da milioni di persone. La verità è che Cortes e gli spagnoli furono accolti come liberatori dalle tribù oppresse dagli Aztechi. Tribù che hanno approfittato dell’appoggio degli spagnoli per liberarsi dai tiranni aztechi, che praticavano sacrifici umani.

Infine occorrerebbe domandarsi come mai in questi testi non viene mai sottolineato, un dato fondamentale: l’unione tra gli spagnoli e le donne indigene del posto, unione che ha creato una splendida integrazione che porta il nome di meticciato. Al contrario di quello che è successo nell’America del Nord dove i coloni inglesi protestanti hanno letteralmente massacrato gli indiani. E che dire della Rivoluzione Francese, quante bugie, mistificazioni, quante omissioni. A cominciare dalla presa della Bastiglia, dipinta come luogo dell’oscurantismo monarchico. Una rivoluzione fatta contro gli aristocratici per poi scoprire che la maggior parte dei ghigliottinati, era gente del popolo, contadini, operai. E poi non una parola, almeno fino a qualche decennio fa, del primo genocidio della Storia, compiuto dagli eserciti giacobini ad opera del popolo Vandeano. Una storia di resistenza di popolo cattolico contro la rivoluzione anticristiana. Anche qui ci sono ottimi studi, libri che ancora oggi non riescono a sfondare l’omertà imposta dai detentori della storia ufficiale dei “vincitori”. Penso ai libri di Reynold Secher, Jean Dumont, Pierre Gaxotte, Augustin Cochen. Recentemente da registrare un importante lavoro cinematografico, il film francese ”Vaincre ou Mourir” (“Vincere o morire”) di Paul Mignot e Vincent Mottez, che rappresenta il genocidio vandeano.

Altra pagina di Storia completamente silenziata, anzi “strappata” dalle pagine di Storia è l’Insorgenza tra il 1796 e il 1815 del popolo italiano contro le armate francesi di Napoleone che portava le idee della Rivoluzione Francese in Italia. Anni fa è stato fondato a Milano un Istituto per la Storia delle Insorgenze, proprio con lo scopo di diffondere e studiare questo importante fenomeno di insorgenze popolari controrivoluzionarie. La vera resistenza del popolo italiano, costata quasi 100 mila morti. E poi il cosiddetto Risorgimento, quanta retorica sui cosiddetti patrioti,, i “padri” della patria, Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele. Quante menzogne sulla repressione del Mezzogiorno del paese, impiegati 120 mila uomini per sedare la rivolta del cosiddetto “Brigantaggio”. E infine il Novecento che ha patito forse le più grandi mistificazioni a cominciare dalle due Guerre mondiali. La Prima, la cosiddetta Grande Guerra, fatta essenzialmente per eliminare gli Imperi Centrali, a cominciare da quello Asburgico dell’ultimo Imperatore il beato Carlo I d’Austria. Le bugie sul Nazionalsocialismo, sul socialcomunismo, le due ideologie molto simili.

Un Novecento cominciato con il genocidio degli Armeni e poi i Lager nazisti, i Gulag comunisti. Dopo la caduta del Muro di Berlino si aprono tanti archivi a cominciare da quello di Mosca. I vari massacri comunisti sparsi nel mondo da Mao Tze Tung a Pol Pot, da Ceausescu a Honecker, per non parlare di Lenin, o di Stalin, c he gli hanno addossato tutti i mali del comunismo, definendolo semplicemente un dittatore, “Stalin non è un incidente della storia del comunismo, ma è figlio legittimo di Lenin. E poi quante verità ancora da svelare sul comunismo italiano, “L’oro di Mosca”, dove sono andati a finire i quattro miliardi delle casse del Pci. Mentre si sono delineati gli orrori imputabili al comunismo, diventa sempre più pressante l’interrogativo: Perché nessuno ha mai pagato? Per questi orrori. I tedeschi hanno pagato pesantemente in sede giudiziaria e politica le colpe del nazionalsocialismo, gli italiani per quelli della dittatura mussoliniana, chi è finito sotto accusa per i morti, per le guerre, per i danni materiali e morali provocati da sessant’anni di comunismo nel mondo?  Ho fatto soltanto alcuni esempi di mistificazione storica, di deformazione, di faziosità, presente nei libri di testo che ci hanno imposto nelle scuole e che ancora continuano a imporci. E’ un imbroglio del potere gramsciano che dobbiamo smascherare e combattere incominciando dai nostri ambienti, gli strumenti ci sono a cominciare dai buoni libri in commercio.

(*) Fonte: https://www.destra.it

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