Un libro sulle cosiddette ‘primavere arabe’. Ce lo descrive l’Autore, Arianne Ghersi.

Il libro di Arianne Ghersi.
Arianne Ghersi, esperta di geopolitica nord africana e mediorientale.

“Mi sono avvicinata allo studio delle “primavere arabe” in Tunisia ed Egitto con l’intento di ordinare un materiale di notizie e opinioni che si riversava insistente in modo confuso nella nostra quotidianità. I costumi, la vita, la cultura del mondo islamico hanno sempre suscitato in me attrattiva e interesse e ho avvertito in quella realtà richiami familiari nella diversità di forme, atteggiamenti, espressioni. Così, posso dire che i miei incontri personali, cioè le mie esperienze di soggiorno nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo più significativamente investisti dagli eventi dirompenti del 2011, mi hanno convinto a intraprendere l’analisi di questo argomento. Sono stata in Egitto e Tunisia sia prima sia dopo le rivolte (il primo viaggio risale al 2008, l’ultimo al 2013) che hanno colto di sorpresa la maggior parte degli analisti, anche se non erano mancati segnali di insofferenza e risveglio della società civile, segnali disattesi sia dalle autorità locali sia dalla corrente opinione occidentale, e ciò che mi ha più colpito e inquietato è stato il degrado inevitabile dopo gli scontri di piazza, il disorientamento istituzionale e civile, il contrasto tra i luoghi comuni in Italia e in Europa del buon governo e la profonda avversione degli abitanti nei confronti di autorità corrotte e dispotiche. Il mio lavoro di ricerca si riferisce solo a questi due paesi affinché io potessi effettuare un’analisi coerente. Ciò è stato reso possibile dalla quantità e dalla qualità delle notizie riportate dal quotidiano. Uno dei problemi era però come esaminare tali avvenimenti, troppo recenti per averne una documentazione scientifica, per cui ho scelto come fonte principale dei dati la rassegna degli articoli che il quotidiano La Repubblica ha pubblicato fra il dicembre 2010 e il luglio 2014. Questi scritti mi hanno offerto un filo conduttore indispensabile nel labirinto dei fatti non facilmente decifrabili nel loro svolgersi incalzante e spettacolare, in quanto ho riscontrato accuratezza e serietà nelle analisi dei complessi fenomeni pur nella diversità di interpretazioni. Il rilievo dato non solo alle componenti sociali che hanno animato le piazze reali e virtuali delle rivolte, ma anche alla forza delle reazioni e, più in generale, alla varietà dei movimenti di opposizione laici e religiosi, ha caratterizzato l’informazione attenta alla realtà vissuta e sentita dagli attori del cambiamento. Ho integrato la ricerca esaminando il testo “Primavera Araba. Scenari di conflitto, crisi della democrazia e nuovi equilibri geopolitici” (a cura di Maria Caterina Federci, Manuel Anselmi – Il politico e la memoria, Harmattan, 2013) e consultando i principali siti che riportano testi in cui viene trattato l’argomento specifico e quelli collegati: Wikipedia, Enciclopedia Treccani, Limes e altri. Il lavoro di commento dei diversi articoli è suddiviso in aree tematiche per entrambi i paesi, che comprendono i seguenti argomenti: •Guerra del pane e inizio delle rivolte•Fine apparente delle rivolte•Reazioni del governo e della polizia•Reazioni Usa e Europa•Protagonisti•Fondamentalisti•Rapine archeologiche•Fuga – Esodo degli stranieri•Donne•Canali d’informazione•OpinioniAlcuni brevi cenni serviranno per inquadrare il contesto. La rivolta si accende in primo luogo in Tunisia, dove, nel dicembre 2010 a Sidi Bouaziz, nell’area centrale del paese, la morte di un giovane commerciante irregolare, Mohamed Bouazizi, che si era dato fuoco per protestare contro il sequestro della merce da parte della polizia corrotta del regime di Ben Ali, avvia una rapida e incalzante serie di insurrezioni non solo nelle città tunisine ma anche in altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente (tra cui Egitto, Libia, Siria, Yemen, Algeria, Iraq, Bahrein, Giordania) in grado di rovesciare poteri da tempo insediati e apparentemente inattaccabili.”

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