La Chiesa non si rinnova conformandosi allo “spirito del mondo”, ma con lo “spirito di Cristo”. Di Louis de Touche.

La Cappella Sistina.

La Chiesa esiste per testimoniare pienamente la parola di Dio, enunciare le verità fondamentali della fede che ogni cattolico è portato a conoscere di già e non per proporre soluzioni umane a problemi terrestri. Quelle verità che sono un manifesto di e per la fede che ogni cattolico dovrebbe conoscere, ma purtroppo non è così per tutti. Anche nella Chiesa. La parola di Dio indica, infatti, che i vescovi e i preti devono predicare prima di tutto la Trinità, l’Incarnazione, i sacramenti, il Cristo che noi, come cattolici, dobbiamo seguire e la vita eterna. Solo dopo, allora, è possibile parlare di ambiente, clima e anche esprimersi sul tema dell’immigrazione. La Chiesa non ha la missione dello Stato che è quella di vegliare sul benessere temporale dei cittadini, anche se su questo aspetto enunci anch’essa le fondamenta morali della politica. Gesù ha inviato gli apostoli nel mondo per annunciare il Vangelo del Regno di Dio e per permettere a coloro che credono di essere battezzati in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La Chiesa è un segno di speranza che va al di là degli stretti limiti della vita terrestre. Essa è il testimone del “piano” della parola di Dio, che vuole che tutti i popoli siano salvati e che pervengano alla conoscenza della verità del Cristo.

Oggi il “mondo moderno”, ma anche i cristiani stessi, sono colpiti dalla perdita del gusto della verità. Non hanno, i nostri contemporanei, più fame di giustizia e sete di verità. Hanno conosciuto l’inferno della falsa propaganda di tutte le ideologie e anche dei sistemi totalitari del XIX° e XX° secoli. Sono stati sistematicamente privati della loro fiducia nella verità. Solo il Cristo non delude mai.  Solo coloro che Lo seguono seguono il cammino della verità, anche se delle grandi delusioni umane possono verificarsi nella società e anche nella Chiesa stessa. La Chiesa non può suscitare la sete di verità.  La Chiesa non può far altro che offrire il tesoro della verità del Cristo che nei fragili vasi della predicazione e dell’esempio umano. La potenza della fede, della speranza e dell’amore è data solo da Dio, che INSUFFLE lo Spirito Santo nei nostri cuori e illumina i nostri spiriti della Sua luce.

Papa Francesco s’indirizza, con le sue parole, a tutte le persone di buona volontà e non solamente ai cattolici. Egli non parla, quindi, specificatamente della fede rivelata e dei suoi misteri. Il papa utilizza la sua “autorità morale” per chiamare tutti i popoli a trattarsi mutualmente con rispetto, sulla base della legge morale naturale (l’enciclica “Fratelli tutti”). È importante per la fede cattolica che papa Francesco spieghi ciò che è il maleintrinseco(intrisece malum) ad alcuni “teologi morali pseudo-moderni” e che con Giovanni Paolo II (con la enciclica “Veritas splendor”, 1993) rigetta l’etica della situazione. Papa Francesco rigetta ugualmente riguardo alla questione della verità. Sarebbe quindi falso dire che l’enciclica “Fratelli tutti” corrisponda al discorso massonico e sancito dall’ONU della fraternità, poiché l’enciclica sottolinea la trascendenza della fraternità in Dio Creatore, che presuppone la libertà religiosa come un diritto umano fondamentale e il fatto che tutti gli esseri umani hanno Dio come “Padre” e la Chiesa come “Madre” tramite Maria.

Il pensiero di papa Francesco può quindi essere situato nelle linee di pensiero di quelle che vanno da Leone XII a Benedetto XVI, sulla dottrina sociale e i valori non negoziabili dei diritti dell’uomo. I cristiani non possono essere ridotti all’umanità ordinaria, ma inversamente l’umanità che nasce dalla fede è necessaria per permettere la coesistenza di persone di religioni e di culture diverse nel nostro mondo attuale. Per questa ragione possiamo concludere che qualsiasi “assassinio” in nome di una religione non è solamente un attacco politico contro uno Stato, ma più fondamentalmente un attacco morale contro la vita che Dio ha dato ad ogni essere umano. Nessun assassinio può essere legittimato da un motivo politico e ancor più religioso. E’ sempre un grave peccato contro Dio, l’autore della vita, che ama anche il peccatore e gli accorda la riconciliazione. Se qualcuno dice “Amo Dio” ma detesta il suo fratello, è un bugiardo (Giovanni 1:4).

E’ comunque importante ricordare che il papa, sia come persona privata che come “fratello fra i fratelli”, non può in alcun permettersi di imporre a tutta la Chiesa la sua propria teologia, il suo proprio modo di vivere o la forma di spiritualità che caratterizza l’ordine religioso dal quale proviene; Se dico questo è perché oggi intorno al papa ci sono dei cortigiani e degli adulatori che, in contraddizione con la fede cattolica, hanno una comprensione completamente errata del papato. Queste sono le stesse persone che lottavano e rigettavano il papato, che, malgrado siano atee, agnostiche o semplicemente cattoliche di cultura, considerano improvvisamente le iniziative politiche sociali di papa Francesco come una “quasi parola” di Dio, che nessuno può contraddire. Pensano che nessuno possa contraddire le loro idee sul mondo a venire, anche quando queste non resistono ad un esame razionale. L’autorità magistrale del papa e del concilio si riferisce alle verità rivelate, ma anche alle verità naturali (metafisiche e morali) unicamente nella misura in cui esse sono indispensabili alla comprensione della Rivelazione. La parola del papa è importante per parlare alla “coscienza sociale e morale” dei politici. Ma il papa ed i vescovi non esistono che come “servitori” del Cristo e mediatori del saluto eterno nella predicazione e nei sacramenti della Chiesa, non come rappresentanti di un programma politico e ideologico.

L’alta gerarchia cattolica si mostra, oggi, spesso molto favorevole all’immigrazione di massa ed è molto critica riguardo a coloro che ne sottolineano invece i suoi pericoli. Contrariamente in Africa le gerarchie cattoliche, che sono responsabili dei cattolici localmente, i vescovi africani, si oppongono all’emigrazione dei loro giovani, poiché essa porta un grave pregiudizio ai loro paesi. L’Europa non può risolvere il caos demografico risultante dall’assenza di natalità con una migrazione dei popoli, come vorrebbe la nomenclatura di Bruxelles. Migliaia di persone sono sradicatedai loro paesi e dalle loro culture senza poter poi radicarsi così facilmente nei paesi in cui arrivano. Su questo i vescovi europei hanno una responsabilità, soprattutto riguardo alla cultura cristiana dei paesi dell’Occidente cristiano. Essi dovrebbero riflettere sulla missione che hanno che è quella di predicare Cristo e il cristianesimo. I vescovi europei sono tenuti a testimoniare il Vangelo del regno di Cristo sia a coloro che vivono in Europa che ai nuovi arrivanti e non divenire un atteggiamento da pseudo politici moralizzatori. È il paradosso dell’arrogante che non realizza il suo limite. Il problema è questo: non si rendono conto quanto si allontanino dalla cattolicità della Chiesa e soprattutto che il Cristo, solo maestro della Chiesa e che non abbandona la sua sovranità divina alle ideologie di un Paese. La Chiesa non si rinnova conformandosi allo spirito del mondo, ma attraverso lo spirito di Cristo. Oggi abbiamo a che fare a persone che non comprendono niente nelle cose della Chiesa, ma che si sentono superiori poiché hanno le finanze e i media con loro così da propinarci tutti i temi sociali, finanche sulla sessualità (teoria gender e procreazione) e famiglia. Il sacerdozio ministeriale non è politico e deve essere compreso e trasmesso a partire dalle Scritture, dalla tradizione apostoliche e dalle decisioni infallibili del magistero.

In conclusione, davanti alla crisi che sta attraversando la fede cattolica in Europa, c’è nei cattolici occidentali un certo fatalismo. Non siamo quindi fatalisti, ma crediamo nella providentia Dei. Dio ci ama! Egli ha promesso alla sua Chiesa che le porte dell’inferno non arriveranno a prevalere su lei. Ma dobbiamo essere coraggiosi per portare avanti il lavoro della sua vigna. Certamente non abbiamo la storia e l’avvenire nelle nostre mani, ma nelle Sue. Tutti coloro che pensano di poter “disegnare a loro comodo” ciò che deve avvenire, come i falsi profeti e gli agenti del nuovo ordine mondiale o di un “paradiso” di responsabili di partiti e di super miliardari, hanno già fallito. I giacobini, i comunisti hanno già causato tanto malore all’umanità quanto già lo fanno oggi i mondialisti e gli apprendisti stregoni intellettuali. Diamo allora una testimonianza coraggiosa del nuovo mondo che Dio ha suscitato e ch’Egli sta facendo fruttificare attraverso noi come suoi collaboratori. Non dobbiamo aver timori, poiché è Gesù che disse agli apostoli ed a tutta la Chiesa: “Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo”.

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