Si parla tanto (e giustamente) delle molte ‘minoranze’ etnico-religiose discriminate nel mondo, ma poco si dice sulla situazione drammatica dei Cristiani perseguitati. La Redazione.

Una chiesa cristiana devastata (Pakistan).

Secondo la World Watch List 2023 di Open Doors, sono 360 milioni i cristiani perseguitati nel mondo. Nell’ultimo anno, 5.621 fedeli sono stati uccisi, l’89 per cento dei quali in Nigeria. La Corea del Nord è il paese più pericoloso, seguito da Somalia e Yemen

Secondo i dati ONU, nel mondo un cristiano su sette, oltre 360 milioni, subisce un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede. È il dato chiave della World Watch List 2023, il rapporto annuale di Open Doors che da trent’anni monitora la condizione dei cristiani perseguitati nel mondo. Lo Stato dove il livello di persecuzione è più alto è ancora una volta la Corea del Nord, mentre preoccupa sempre di più la Nigeria, il paese dove viene ucciso l’89% dei cristiani di tutto il mondo.

Cosa deve fare l’Italia.

Il rapporto è stato presentato nel Gennaio scorso alla Camera dei Deputati su iniziativa dell’onorevole Andrea Delmastro delle Vedove, Sottosegretario di Stato alla Giustizia e Presidente dell’Intergruppo per la tutela della libertà religiosa dei cristiani nel mondo. Secondo Delmastro «l’Italia deve continuare a lavorare, senza indugi, per promuovere la libertà religiosa dei cristiani nel mondo. L’islamismo integralista radicale vuole cacciare i cristiani dal Medio Oriente perché vuole far dimenticare che è lì che il cristianesimo muove i primi passi. Dobbiamo dare una nuova prospettiva alla cooperazione internazionale, potenziando il fondo che già avevamo ottenuto nella scorsa legislatura per finanziare progetti a sostegno del diritto delle minoranze cristiani a non lasciare la terra dei loro padri perché oppressi dalla serpe islamista come nella Piana di Ninive. E poi basta con questa ipocrisia tipicamente occidentale per cui facciamo trattatati bilaterali a difesa di ogni più o meno qualificato diritto, salvo poi dimenticare che certe nazioni non consentono a ciascuno di pregare il proprio dio, non consentano alle donne la libertà di scegliere se indossare o meno un velo o che magari consentono la mutilazione genitale come pratica religiosa».

Di Leone Grotti (18/01/2023).

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