L’Opinione. Qualche riflessione sul rapporto Europa – Islam. Di Alberto Rosselli. (stralcio tratto dal libro dello stesso autore, ‘Sulla Turchia e l’Europa’, Solfanelli, 2008).

Cover del libro 'Sulla Turchia in Europa'.

…“E’ unicamente grazie alle sue radici cristiane che l’Europa ha potuto godere di grande sviluppo e successi in ogni campo, culturale, artistico, economico, scientifico e tecnico, diffondendo la civiltà in tutto il mondo. (…) L’Europa è un concetto geografico, la cristianità è il territorio dell’ordine cristiano che plasma la società e lo Stato. L’Europa come entità politica e spirituale nasce con il Medioevo. La cristianità medioevale fu, ad un tempo, “nascita” e “frutto” dell’Europa. Nascita, perché la formazione di un’Europa non in senso geografico od amministrativo ma ideale e perenne, fu possibile soltanto su basi romane e cristiane (…); frutto, perché al tempo di Carlo Magno tale unità venne raggiunta”. Sempre secondo De Leonardis la respublica christiana esprimeva il concetto di un’Europa che riconosceva come sue massime espressioni istituzionali il Sommo Pontefice e il Sacro Romano Imperatore, “anche se con il tempo tali figure spesso si trovarono contrapposte”. Ma veniamo alla considerazione più interessante. “L’identità politica e spirituale europea, la respublica christiana – spiega De Leonardis – si venne a formare e a consolidare anche grazie alla contrapposizione tra l’Europa e il suo nemico mortale, l’impero ottomano”.

Ma c’è di più. Secondo Ludwig Hertling, professore di Storia Ecclesiastica all’Università Gregoriana di Roma, “la Chiesa e l’islam sono da sempre le due grandi rivali nella storia religiosa dell’umanità”. Una contrapposizione che, nonostante il passare dei secoli, non sembra essersi affievolita. Anzi, stando agli eventi degli ultimi dieci anni, essa si è di fatto inasprita, non certo per volontà della Chiesa, ma per la crescente e palese ostilità – antioccidentale e anticristiana – manifestata da gran parte del mondo islamico. Ciononostante, l’Europa non sembra accorgersi di nulla, o pare volere ignorare, magari per interessi economici e finanziari, tale verità. “La respublica christiana medioevale – rammenta De Leonardis – trovava la sua unità nella comune fede religiosa . Mentre l’Unione Europea basa la sua essenza e la sua politica su un sostanziale rifiuto di ogni fede, di ogni dogma, sul permissivismo, sul “politicamente corretto” e – aggiungiamo noi – sulla “tentazione relativista”. In ogni virtù l’eccesso è sempre nocivo, se non fatale, scriveva J. B. Duroselle. E questo eccesso per l’Europa si identifica oggi con il lassismo e il permissivismo”. “Oggi, in Europa, tutto è tollerato e l’esistenza di una verità morale e religiosa comune è praticamente bandita. Assistiamo al trionfo delle tesi di Voltaire, che proponeva: nessuna libertà per i nemici della libertà (dichiarazione che a nostro parere non fa certo onore all’indiscutibile acume del filosofo) e di quelle di un Locke, che negava ai cattolici la libertà di professare la loro fede”.

L’Europa combatte, in buona sostanza, la propria anima e la propria cultura, mentre l’islam si fa sempre più vanto e forza della sua. “Da alcuni anni a questa parte – continua De Leonardis – la minaccia islamica ha assunto una doppia curiosa valenza. Da una parte abbiamo il terrorismo e dall’altra la disgregazione (o “autodisgregazione”, nda) dell’identità cristiana europea”. (…) La storia insegna che l’islam avanza quando la Chiesa vacilla e i cristiani si lasciano sedurre dal lassismo spirituale (e dal relativismo filosofico, nda). Ma la storia insegna anche che i mussulmani per primi disprezzano i cristiani che si proclamano laicisti”. Qualche hanno fa il cardinale Giacomo Biffi aveva invitato a limitare l’immigrazione mussulmana, ammonendo: “non possiamo edificare una casa tutta aperta. Prima si costruiscono le mura, poi le porte. Questa Europa non ha futuro. O l’anima cristiana si risveglierà o l’Europa diverrà islamica, anche perché i mussulmani vengono con il loro bagaglio di intransigenti principi (…) Purtroppo, né i laici, ma nemmeno gran parte dei cristiani, pare si siano resi conto del dramma che si sta profilando. (…) I cattolici, lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta, sostituendo all’ansia apostolica il puro e semplice dialogo a tutti costi, stanno preparando inconsciamente la propria inevitabile estinzione”.

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