IMBARAZZANTI VERITA’: L’ANTISEMITISMO E’ ORMAI UN ‘TIC’ DELLA SINISTRA

Storie vecchie. Dietro l'antisionismo di Sinistra fa sempre capolino l'antisemitismo

IMBARAZZANTI VERITA’

L’ANTISEMITISMO E’ ORMAI UN  ‘TIC’ DELLA SINISTRA

di Alberto Rosselli

Si sfata la trita e ritrita vulgata che vuole una Destra razzista. I veri nemici degli ebrei, e non solo di Israele, Paese che, come tanti altri, può essere lecitamente criticato per parte del suo operato, si trovano soprattutto a Sinistra. La polemica sugli imbarazzanti (ma arcinoti) scritti giovanili dello scomparso Giorgio Bocca ha riaperto il caso, e ha dato il via alle polemiche

Il precedente storico a solido sostegno della tesi che gran parte della Destra post bellica italiana non sia mai stata (salvo alcune rumorose frange) sostanzialmente antisemita è quasi antico e non del tutto disgiunto dal diffuso sentire dell’Italia fascista: ricordiamo il filosemitismo anteguerra di una gerarca come Italo Balbo o la sostanziale tolleranza nei confronti della stirpe di David manifestata dallo stesso Mussolini, almeno fino al 1937 (il duce fu antisemita in età giovanile, ma poi si ravvide). Ma veniamo a tempi più recenti. Nel 1973, al termine della Guerra del Kippur, il deputato missino Giulio Caradonna si recò a Gerusalemme per deporre una corona di fiori allo Yad Vashem. Erano anni in cui la Sinistra italiana marxista manifestava già ferocemente contro Israele (dipinto come il ‘cane da guardia’ mediorientale filo americano e antisovietico) e Caradonna, in Parlamento, difese il sionismo, “nato come reazione di difesa imposta da millenarie persecuzioni di una minoranza etnico-religiosa che deve ancora combattere per la propria sopravvivenza”. Oggi, quasi tutta la Sinistra italiana ed europea ha calato la maschera, e con il facile e puerile, oltre che ipocrita, ricorso all’antisionismo, palesa la sua vera convinzione: gli ebrei sono in buona sostanza delle carogne che uccidono, e massacrano i poveri palestinesi inermi con metodi nazisti, ed oltre a ciò governano il mondo con le banche. Secondo l’ex dissidente sovietico Nathan Sharansky, attualmente, per la stragrande maggioranza della Sinistra europea Israele, come Stato, dovrebbe addirittura sparire, e con esso il suo popolo, ‘biologicamente pericoloso’. Quando la mente filosofica di Di Pietro, cioè Gianni Vattimo, al Salone di Torino del 2008, si disse tentato a rivalutare i “Protocolli dei savi anziani di Sion” e a “fornire ai nemici di Israele missili più efficaci dei Qassam”, non ci si stupì di quanto attivo fosse diventato il fronte antisemita della gauche. Come ha scritto Vasilij Grossman in “Vita e destino”, “la fiamma dell’antisemitismo ha rischiarato le epoche più tremende della storia e quasi tutte le aree ideologiche”. E come ricordò, nel 2007, in un suo articolo comparso su ‘Il Secolo d’Italia’, Giano Accame, “La presenza di un antisemitismo reazionario, di Destra, dalla Russia zarista alla Germania nazista sino alle leggi razziali del 1938 in Italia, con le tragedie che ha provocato, è purtroppo innegabile. Ma anche la Sinistra conserva i suoi scheletri sotto l’albero genealogico; e non è affatto da escludere che sull’antisemitismo nazionalsocialista, insieme al più lontano ricordo delle feroci prediche contro i giudei di Martin Lutero, la venatura proveniente dalla libreria socialista abbia esercitato qualche influenza”. L’antisemitismo sembra avere, dunque, molti padri, e soprattutto molti parenti in un’area marxista, da sempre intollerante, ma abile, all’occorrenza, nel riuscire, grazie ad artifizi dialettici e mistificazioni storiografiche, a convincere il mondo della sua verginità, e soprattutto del congenito spirito razzista insito nella bieca cultura di Destra. Come ha però affermato un imparziale osservatrice, la giornalista di origini ebraiche, Fiamma Nirenstein, “ogni ebreo nato dopo l’Olocausto impara subito un messaggio molto chiaro (ma non del tutto esatto): il male, per gli ebrei, è quasi sempre giunto dalla Destra, in particolare dalla Chiesa, almeno per una buona parte della sua storia, e, naturalmente, dal nazismo e dal fascismo. L’Olocausto ha fatto ricadere il male sulla Destra. E poiché gli ebrei sono il simbolo vivente di quanto possa essere malvagia la Destra, legittimano la Sinistra con la loro stessa semplice esistenza (…) Quella Sinistra che si è dimostrata la vera culla dell’attuale antisemitismo in salsa anti americana. Considerazioni, quelle della Nirenstein, che, ovviamente, condividiamo per rispetto nei confronti di ciò che è ovvio e storicamente incontestabile. E a proposito di incontestabilità, ci è facile ricordare che le prime, vigorose, radici di questo antisemitismo di Sinistra stanno in Carlo Marx. Fu proprio questi che, ignorandone (volutamente?) la complessità cultural-etnico-religiosa, negò con inaudita violenza e superficialità la stessa identità “nazionale” ebraica, riducendola ad un semplice, e negativo, fenomeno economico-speculativo. Fortunatamente, i tempi sono cambiati ed oggi – nonostante il dilagare dell’antisemitismo di Sinistra – perfino uomini (non certo di Destra) come Piero Fassino o a Adriano Sofri sembrano essersi accorti, bontà loro, del grave peccato originale marxista. “Rappresentare Israele come uno Stato militarista, aggressore o, come qualcuno dice, fascista – ha dichiarato Fassino in un’intervista di un paio di anni fa, comparsa su ‘Il Corriere della Sera’ – è una formidabile  sciocchezza, come lo è non riconoscere che Israele sia una società democratica. Una bella porzione della Sinistra manifesta un pregiudizio ideologico e manicheo verso Israele, che spesso sconfina nell’antisemitismo più becero”. “Non possiamo confidare – aggiunge Sofri –  nell’Europa e tanto meno amarla se non amiamo lo Stato di Israele e se non rispettiamo  il suo popolo misto, coraggioso e spaventato”,  come fanno catto-comunisti filo-palestinesi e/o terzomondisti, marxisti mummificati, post marxisti in cerca di ideali egalitari, magari in salsa ecologica, e relativisti atei, figli di un’irragionevole Ragione.


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