Abbattere ciò che rappresenta il nostro retaggio culturale e civile è soltanto un’azione nichilista, anzi cretina. Di Paolo Deotto.

Una statua di Cristoforo Colombo presa d'assalto dai nuovi vandali.

Di fronte alla nuova mania politicamente corretta, l’abbattimento di statue di personaggi “non allineati”, potremmo limitarci ad alzare le spalle, consolandoci al pensiero che ogni ventata di idiozia, prima o poi, muore da sola.

I novelli demolitori dichiarano di “lottare” contro il razzismo, dopo l’uccisione, negli Stati Uniti, di un negro (peraltro titolare di una vigorosa fedina penale), da parte di un poliziotto che lo aveva arrestato e lo immobilizzava con sistemi rudi. E qui potremmo subito notare che è da falsari qualificare quell’episodio come atto di razzismo, visto che, cifre alla mano, negli ultimi tre anni le varie Polizie americane hanno ucciso più bianchi che negri. E potremmo aggiungere che il vero problema non è il razzismo, ma i sistemi troppo brutali di tante Polizie americane.

A questo punto avremmo commesso due grandi errori. Il primo, quello di considerare il nuovo movimento di abbattitori di statue come una pura manifestazione di idiozia; il secondo, quello di aver invocato la logica (più bianchi che negri uccisi dalla polizia) in faccende che, per loro stessa natura, prescindono dalla logica e dalla realtà dei fatti, perché basate sulla suggestione e sulle tecniche di marketing.

Certamente abbattere una statua è un gesto idiota. Ma non ci interessa esaminare il comportamento dei quattro imbecilli che materialmente abbattono o deturpano la statua. È interessante capire perché viene loro ordinato proprio questo: abbattere le statue.

Ribadisco: “ordinato”. Perché, per favore, non bisogna cadere nell’inganno. Le manifestazioni “spontanee” non sono mai esistite. Sessantotto docet. Per mettere in piazza una folla urlante, bisogna avere un argomento abbastanza suggestivo, creare gli slogan orecchiabili e facili da ripetere per il gregge, predisporre materiale di propaganda, inquadrare il gregge. Eccetera eccetera. Tutte faccende che comportano preparazione specifica e soldi.

Ora, l’argomento “razzismo” è sempre di grande suggestione e tra l’altro nessuno oserebbe mai criticare una “lotta al razzismo” o dichiararsi “razzista”. L’antirazzismo è una delle cose belle e buone a prescindere.

Che poi il razzismo non c’entri nulla nell’uccisione del pregiudicato negro, non ha la minima importanza. Ci sono i personaggi (il poliziotto bianco e l’arrestato negro), c’è l’uccisione del negro. Oplà, è un episodio di razzismo. Come dicevamo sopra, in queste faccende la logica e la verità non sono di casa, lasciando il posto alla suggestione e al marketing, che ci insegnano che una baggianata ripetuta mille volte diventa realtà.

Ma perché accanirsi contro le statue? Le statue sono simboli del passato, pezzi di Storia. Il passato fa parte di noi, ha plasmato anche le nostre azioni di oggi. Che ci piaccia o no, il passato esiste e, proprio perché è passato, nessuno lo può cancellare. Ha già il suo posto nella Storia.

E la Storia ha visto mille mutamenti, e tante cose che oggi respingiamo giustamente, erano invece ammesse in passato. Basterebbe, per tutti, ricordarsi delle parole con cui San Paolo, nella lettera ai Colossesi, invitava gli schiavi ad obbedire ai propri padroni. Dunque, San Paolo era schiavista? Non diciamo sciocchezze! San Paolo viveva in una società e in un momento storico in cui la schiavitù era normalmente ammessa da tutti. Se vogliamo fare un esempio su un contemporaneo, Indro Montanelli fu ufficiale delle truppe coloniali e si comportò secondo gli usi allora normali. Con la stessa logica illogica potremmo demolire anche le Piramidi, visto che il regime dei Faraoni non era certo un esempio di democrazia…

Il passato fa parte di noi e la Statua è senza dubbio uno dei simboli più forti del passato. Se si vuole costruire una società che sempre più sia composta di pecore amorfe, pronte e docili all’inquadramento, alle quali è facile imporre pochi slogan (peraltro sempre in aggiornamento) da spacciare come “valori”, il passato va cancellato, ovviamente dopo averlo demonizzato. “Oggi” si ricomincia tutto, perché “oggi” abbiamo finalmente scoperto i veri valori e i veri ideali per i quali vivere. Ideali e valori ovviamente funzionali ai burattinai.

Ed è interessante vedere l’evoluzione, chiamiamola così, di questa nuova iconoclastia. Il vero, unico nemico totale dei burattinai è il cristianesimo. E infatti, ecco la scoperta dell’acqua calda: Gesù Cristo, nato in Palestina, non poteva essere come ci viene rappresentato dall’iconografia tradizionale, generalmente biondo con occhi azzurri. Ergo, c’è una soluzione facilissima: abbattiamo anche le statue del Cristo.

Naturalmente sono da abbattere anche le statue di Cristoforo Colombo, che ebbe il grandissimo torto di portare il cristianesimo tra i primitivi abitanti dell’America. E via via l’entusiasmo della massa “politicamente corretta” partorisce nuove idiozie, dettate dalla classica ansia di mostrarsi più allineati, più obbedienti, in poche parole “più” parte del gregge. In questi giorni abbiamo letto la proposta di qualche politico locale di coprire le croci nei cimiteri. Naturale! Anche i cimiteri devono essere “laici”.

Si è partiti dal razzismo per approdare al vero obiettivo, l’attacco al Cristianesimo, che vuol dire, piaccia o meno, l’attacco alla civiltà. Già, perché la nostra civiltà, la civiltà europea, a sua volta portata in tante parti del mondo, è nata ed è cresciuta sui valori cristiani, generando cultura, arte, bellezza.

Questi meccanismi – e anche qui sessantotto docet – una volta avviati, si autoalimentano. Il bisogno di tante persone di sentirsi protette dal caldo del gregge spinge a comportamenti che poi, inevitabilmente, cadono nel ridicolo. Abbiamo visto calciatori che prima della partita si sono inginocchiati a ricordo dell’episodio di “razzismo” … e abbiamo visto anche parlamentari fare questa sceneggiata, oltretutto nell’aula della Camera… Chi fa la sceneggiata poi è tranquillo, ha mostrato di essere allineato, verrà approvato e ammesso all’abbraccio globale. Proprio quello che annulla le persone, gli individui e soprattutto le personalità. Poi la demenza genera altri mostri. Un esempio per tutti: dopo devastazioni e saccheggi, la città di Minneapolis decide, tout court, l’abolizione della Polizia.

Follia? Sì, esattamente follia. Esito inevitabile di premesse folli, ma imposte con un obiettivo ben preciso: l’annullamento della civiltà e della personalità.

Come tutti i “movimenti”, anche questo evaporerà in poco tempo, se non sarà più alimentato. Il vero problema è che i burattinai sono gli stessi che hanno in mano, in buona parte del mondo, il potere. Non a caso i pochi che si oppongono alla cappa grigia del “politicamente corretto” sono attaccati ovunque. Pensiamo a Trump, a Putin, a Orban e a pochi altri.

Gli uomini liberi, e i pochi politici liberi che sono rimasti, devono rendersi conto che non è più tempo di discussioni. C’è un nemico che dispone di mezzi eccezionali ed è assolutamente privo di ogni valore morale. Questa è una guerra e come tale va affrontata e combattuta.

PS. Poiché la maggior parte dei “lottatori” per libertà, democrazia, inclusione, antirazzismo eccetera, in genere hanno una preparazione culturale molto approssimativa, sarà interessante vedere cosa faranno con le statue di Lincoln. Per gli antirazzisti e antischiavisti full-time Lincoln è un idolo indiscutibile. È quindi interessante ricordare che il Presidente che liberò gli schiavi d’America (peraltro solo quelli che appartenevano a cittadini degli Stati secessionisti), intervistato all’inizio della Guerra Civile americana, dichiarò che il suo obiettivo era salvare l’unità dello Stato. “Se per fare questo dovessi liberare tutti gli schiavi, lo farò. E se per fare questo dovessi mantenere la schiavitù, la manterrò” …

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